In un’escalation infuocata che segna il primo anniversario della devastante guerra di Gaza, l’Hezbollah sostenuto dall’Iran ha lanciato una raffica di razzi nella vivace terza città più grande di Israele, Haifa, accendendo timori di una conflagratione mediorientale in espansione. Mentre le forze israeliane si preparano ad intensificare le operazioni di terra nel sud del Libano, la regione è sull’orlo di una guerra su larga scala che minaccia di coinvolgere le superpotenze globali.
L’Hezbollah, alleati fedeli di Hamas, ha scatenato missili “Fadi 1” mirati a una base militare critica a sud di Haifa, seguiti da un altro attacco sulla storica città di Tiberiade, a 65 chilometri di distanza. L’assalto incessante ha visto circa 135 proiettili oltrepassare lo spazio aereo israeliano entro il pomeriggio, lasciando dieci feriti a Haifa e due in Israele centrale. L’esercito israeliano ha prontamente risposto, lanciando ampi attacchi aerei contro le roccaforti di Hezbollah nel sud del Libano, con il tragico bilancio di due soldati israeliani morti e portando il totale militare all’interno del Libano a undici.
Nel caos, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in una riunione di gabinetto ad alto rischio a Gerusalemme: “La nostra controffensiva contro i nostri nemici nell’asse del male dell’Iran è necessaria per garantire il nostro futuro e assicurare la nostra sicurezza.” Netanyahu ha sottolineato l’imperativo di modificare il panorama della sicurezza regionale, promettendo: “Stiamo cambiando la realtà della sicurezza nella nostra regione, per il bene dei nostri figli, per il nostro futuro, per garantire che ciò che è accaduto il 7 ottobre non accada mai più.”
La guerra aerea si è intensificata mentre Hezbollah continuava il suo assalto a Haifa, un importante hub del Mediterraneo, mentre l’aeronautica israeliana colpiva con attacchi di precisione i sobborghi meridionali di Beirut, lasciando una densa nube di fumo che si alzava sulla città. Il ministero della salute libanese ha riportato perdite catastrofiche, tra cui dieci vigili del fuoco uccisi in un attacco aereo israeliano su un edificio municipale a Bint Jbeil e 22 altri uccisi in città del sud e dell’est.
Il conflitto volatile ha suscitato allarme per il potenziale coinvolgimento degli Stati Uniti e dell’Iran in una guerra più ampia nel ricco di petrolio Medio Oriente. Solo pochi giorni prima, l’Iran aveva lanciato un salve di missili contro Israele, spingendo Israele a considerare di colpire le infrastrutture petrolifere vitali dell’Iran, aumentando la minaccia di una devastante crisi energetica.
Mentre i razzi continuano a piovere su Haifa e Tel Aviv, e i droni israeliani intercettano minacce in arrivo su città come Rishon Lezion e Palmachim, la resilienza dell’apparato militare israeliano è messa alla prova come mai prima d’ora. “La nostra forza porterà pace”, ha affermato Netanyahu, mobilitando una nazione segnata dagli orrori del massacro del Nova Music Festival guidato da Hamas un anno fa, dove 364 vite sono state brutalmente strappate.
Il lancio strategico di razzi da parte di Hezbollah, destinato a destabilizzare e terrorizzare, ha solo alimentato la determinazione di Israele a smantellare quello che Netanyahu definisce “l’asse del male”. Con oltre 1,2 milioni di libanesi sfollati a causa di incessanti attacchi aerei, il fantasma di una distruzione diffusa si fa sentire, riecheggiando la devastazione catastrofica vista a Gaza.
Proprio adesso il momento in cui un attacco di Hezbollah dal Libano ha colpito Haifa in Israele, mentre i razzi hanno eluso i sistemi di difesa aerea dopo un bombardamento sulla città portuale israeliana. L’escalation delle tensioni nella regione continua a suscitare preoccupazione globale. 🇮🇱⚠️ #Haifa #Hezbollah #MiddleEast #Israel… pic.twitter.com/r2114WURPe
— New To Crypto (@newtocryptonet) 7 ottobre 2024
Con entrambe le parti che scatenano la loro furia, il Medio Oriente si trova sul precipizio di un tumulto senza precedenti. Lo scambio incessante di razzi e attacchi aerei non solo commemora un capitolo oscuro della storia regionale, ma preannuncia anche un futuro potenzialmente esplosivo in cui ogni missile lanciato avvicina il mondo a una guerra totale di proporzioni inimmaginabili.