Negli anni ’60, Ducati sviluppò il suo primo motore V4, che alimentava l’Apollo V4. Furono costruiti solo due prototipi, segnando una prima incursione in un’architettura del motore che in seguito avrebbe avuto successo a Borgo Panigale.
Il progetto mirava a competere con Harley-Davidson e a commercializzare la motocicletta presso i dipartimenti di polizia negli Stati Uniti, in collaborazione tra Ducati e il suo distributore nel paese, Berliner Motor Company. Tuttavia, secondo Motorrad Online, il progetto fu abortito a causa di problemi con gli pneumatici. Oggi, l’unico esemplare esistente è ospitato nel museo Ducati, essendo stato donato dal suo proprietario, Hiroaki Iwashita, quando il museo fu inaugurato nel 1996.
In cambio, il produttore ripristinò la moto alle sue condizioni originali, e fece il suo debutto pubblico al Goodwood Festival nel 2002 – segnando la sua unica apparizione.
Il motore V4 a 90º ha una cilindrata di 1.260 centimetri cubici, è abbinato a un cambio manuale a cinque marce e eroga 100 cavalli. Presenta un suono di scarico unico, in parte grazie ai suoi semplici silenziatori Silentium.
La Ducati Apollo, capace di raggiungere circa 200 km/h, era dotata di ruote da 16 pollici a causa delle esigenze della polizia americana. Il motore V4 era avanti rispetto ai suoi tempi, con pochi modelli simili disponibili sul mercato all’epoca. Tuttavia, si rivelò infine un insuccesso.
Perché? Da un lato, i produttori di pneumatici non avevano ancora sviluppato prodotti adatti per una moto così pesante e potente. Dall’altro lato, Joe Berliner commissionò il progetto a Ducati senza molta considerazione per lo sviluppo di pneumatici adeguati e le esigenze dei motociclisti, concentrandosi invece sui requisiti della polizia statunitense.