Il Gran Premio d’Italia a Misano doveva essere una celebrazione dell’eccellenza nel motociclismo, ma invece è stato offuscato da una nuvola scura fin troppo familiare. Una parte del pubblico ha fischiato e deriso Marc Márquez mentre si trovava sul podio, una sorprendente manifestazione di ostilità radicata in un conflitto che dura da quasi un decennio. Quello che doveva essere un momento di trionfo si è trasformato in un promemoria di uno dei capitoli più tossici nella storia della MotoGP: una faida iniziata nel 2015 tra Valentino Rossi e Marc Márquez che continua a gettare un’ombra sullo sport.
Sono passati nove lunghi anni da quel famoso scontro a Sepang, dove due leggende dello sport—Rossi e Márquez—si sono scontrati sia figurativamente che letteralmente. Le conseguenze di quell’evento hanno diviso il fanbase della MotoGP in due: il campo di Rossi e il campo di Márquez. Quello che era iniziato come una rivalità accesa si è poi trasformato in un ciclo incessante di odio sui social media, ostilità in pista e un fanbase diviso da insulti, accuse e ora, fischi dagli spalti. Quando finirà?
Valentino Rossi ha appeso il casco, ma Márquez continua a correre, continua a spingere i limiti e continua a subire l’odio velenoso da parte di coloro che si aggrappano a un passato amaro. L’animosità è riemersa recentemente dopo un incidente che ha coinvolto Alex Márquez e Pecco Bagnaia al GP di Aragon. Nonostante l’incidente sia stato classificato come un errore di gara e Bagnaia stesso abbia ammesso tale, la risposta emotiva dei fan ha riacceso vecchie tensioni, e Marc Márquez, come al solito, si è trovato nel fuoco incrociato.
È tempo di andare avanti. I fan sia di Rossi che di Márquez devono accettare che la storia non cambierà. Che tu creda che Rossi sia stato danneggiato a Sepang o pensi che Márquez sia stato ingiustamente vilificato, entrambi gli uomini hanno commesso errori, entrambi sono stati feriti e entrambi hanno contribuito all’immenso spettacolo che è MotoGP. Questo ciclo infinito di odio sta soffocando lo sport.
Che fine ha fatto il rispetto di cui MotoGP si è sempre vantata? Questi atleti rischiano la vita per il nostro intrattenimento, e quel sacrificio merita riconoscimento, non fischi e insulti. Márquez, dopo aver subito quattro operazioni, innumerevoli battute d’arresto e battaglie personali, ha lottato per tornare in cima. Non era obbligato a farlo: avrebbe potuto ritirarsi, ma ha scelto di combattere. Quel tipo di determinazione dovrebbe essere celebrato, non vilificato.
È semplice: se non ti piace un pilota, resta in silenzio. Non c’è bisogno di fischi, insulti o ostilità. Questo non è calcio. MotoGP riguarda il coraggio, l’abilità e il rispetto—per ogni pilota, dal contendente di punta all’ultimo uomo sulla griglia. Se non puoi offrire quel rispetto di base, allora forse è il momento di fare un passo indietro da questo sport. MotoGP merita di meglio, e anche i suoi piloti.