Se Marc Márquez ha fatto il suo impegno con Ducati, gran parte è dovuto al lavoro e al merito di Gigi Dall’Igna, e il Direttore Generale è proprio uno dei protagonisti chiave nell’accettare l’invito del costruttore. Márquez ha anche ricordato di aver detto no a possibili colloqui e inviti da parte del costruttore in passato.
Parlando con Cadena SER, il futuro pilota del team ufficiale ha parlato del suo rapporto con il manager, per il quale ha avuto solo parole di affetto: ‘Con Gigi abbiamo sempre avuto un rapporto molto diretto e sincero, e io sono in Ducati grazie a Gigi Dall’Igna. È l’ingegnere che ha fatto vincere tutto ciò che ha toccato’.
Márquez ha poi ricordato uno dei temi di cui ha parlato con l’italiano, e ciò che gli è stato trasmesso con un pensiero sul futuro della Desmosedici: ‘Una delle frasi che gli dico quando iniziamo a parlare è: «Per me, la cosa più importante dei giorni 25 e 26 è che tu sia ancora in Ducati, giusto? Perché altrimenti, non abbiamo nemmeno bisogno di sederci». Perché? Perché è il dipartimento Corse. Quando siamo già parte della famiglia Ducati, sentiamo i colori, ma non possiamo farlo prima. Ci si siede dopo, non prima di entrare, e poi si guarda il punto di vista sportivo e le prestazioni della moto e io ho avuto un rapporto molto diretto con esso. Secondo lui, si sono fatti guidare solo da ciò che vedevano in pista, con progressione e la capacità di migliorare in futuro’.
Riguardo al fatto se sarebbe rimasto con il costruttore di Borgo Panigale se Dall’Igna non fosse rimasto, date le voci (di lunga data) che puntavano alla sua partenza, Márquez ha chiarito, ricordando contatti che già esistevano in passato:
– Dipende. Dopo, molte altre cose sarebbero state prese in considerazione. Forse gli avrei chiesto: «Dove stai andando?» Gigi è stato molto importante, il direttore d’orchestra è sempre presente, e nel 2017 e 2018 ho avuto contatti e siamo stati sempre molto diretti. Durante quegli anni, ho detto loro di non farmi offerte perché stavo bene alla Honda e non volevo giocare al gioco di vedere se uno mi dava di più dell’altro. Quando ho qualcosa di chiaro, vado dietro a ciò che sento e ciò che sentivo era essere sulla Ducati.