Alpine, il team di Formula 1 sotto l’ala di Renault, si trova di fronte a una decisione cruciale che potrebbe plasmare il suo futuro nello sport. Nonostante una storia prestigiosa, Alpine ha faticato a competere con i suoi motori negli ultimi anni, e ora, il CEO Luca De Meo e i principali dirigenti del team stanno contemplando una mossa radicale: passare ai motori Mercedes per migliorare le prestazioni e ridurre drasticamente i costi da 125 milioni di euro a soli 20 milioni all’anno.
La proposta ha scatenato un acceso dibattito all’interno di Renault. Mentre alcuni vedono l’esternalizzazione della fornitura di motori come un passo necessario per mantenere Alpine competitiva, altri sostengono che Renault abbia ancora la capacità di produrre un’unità di potenza di classe mondiale, specialmente con le nuove normative del 2026 all’orizzonte che promettono un campo di gioco livellato.
Un incontro teso presso la fabbrica di Renault a Viry-Châtillon lo scorso venerdì ha visto dipendenti e dirigenti scontrarsi sulla direzione del programma motori del team di F1. I lavoratori sotto la campagna #ViryOnTrack hanno sostenuto che i problemi del team vanno ben oltre l’unità di potenza, esprimendo fiducia nel fatto che gli sviluppi dei motori del 2026 potrebbero riportare Alpine nella parte alta della griglia.
Il Comitato Sociale ed Economico (CSE) di Renault, che rappresenta i lavoratori del motore di Alpine, ha rilasciato una dichiarazione esprimendo gratitudine per l’opportunità di discutere il loro futuro con la direzione. Tuttavia, hanno anche espresso preoccupazioni sul fatto che la decisione di abbandonare lo sviluppo interno dei motori non solo minaccierebbe i loro posti di lavoro, ma rischierebbe anche di far perdere competenze preziose in un momento in cui l’industria automobilistica francese ha disperatamente bisogno di coltivare il proprio bacino di talenti.
“La minaccia di fermare gli sviluppi dei motori di F1 in Francia è ancora attuale,” ha avvertito il CSE. “Il rischio di perdere competenze uniche persiste in un momento in cui l’industria in Francia ha bisogno di supportare i suoi talenti e rafforzare la sua rete collaborativa nazionale.”
Il CSE ha chiarito che il personale non si tirerà indietro senza combattere. “I rappresentanti del personale rimangono mobilitati, determinati e attenti ai dipendenti. La preparazione delle future azioni continua e comunicheremo su questo argomento nei prossimi giorni.”
La gestione turbolenta di Alpine negli ultimi anni, segnata da un ricambio continuo di team principal e consulenti, ha solo aggravato le sue difficoltà in pista. La leadership e le decisioni di De Meo sono state oggetto di un intenso scrutinio, con la sua visione che appare sempre più distaccata dalla realtà delle sfide profonde di Alpine.
Ollie Oakes, l’ultimo in una serie di team principal, è stato nominato dalla figura controversa di Flavio Briatore, riportato per stabilizzare la situazione. Ma con il passato problematico di Briatore e un’agenda poco chiara, il futuro di Alpine appare più incerto che mai.
La battaglia interna in Alpine rappresenta più di un semplice cambiamento strategico; è una lotta per l’anima di un team e il futuro delle capacità ingegneristiche della Francia in Formula 1. Con la pressione in aumento, la prossima mossa di Renault potrebbe sia consolidare il suo lascito che segnare la fine di un’era per uno dei produttori di motori più iconici dello sport.